VANGELO DELLA DOMENICA
Cristo Re – anno B
25 Novembre 2012
Madornale errore o regalo incredibile?
Quando il Concilio Vaticano II iniziò a parlare del ‘dialogo’ tra la Chiesa e il mondo e dell’abolizione di ogni guerra tra i credenti in Gesù e il resto dell’universo, tutti pensarono subito a questa Festa di Cristo Re che non aveva neppure quarant’anni di vita; l’aveva istituita da poco, nel Dicembre 1925, il Papa Pio XI, con l’enciclica Quas primas. Si disse che il tema del ‘regno’ di Cristo era stato equivocato e si cominciò a tacerlo; ricordo che allora, eravamo bambini, si salutava persino il sacerdote per la via dicendo ‘Cristo Regni’ e lui rispondeva ‘Sempre!’. Ma apparve come un argomento superato, da archiviare presto. Molti di fatto misero da parte tutta una serie di quadri e di statue abbastanza ridicole che raffiguravano Gesù come un qualunque Re.
VANGELO DELLA DOMENICA
33ª Domenica del Tempo Ordinario – anno B
18 Novembre 2012
Per non perdere l’orientamento
Alle ultime battute, ormai alla fine di un altro ciclo, la Chiesa ci fa leggere questo testo di Marco dalle tinte un po’ catastrofiche, abbastanza tipico di una letteratura che parla della fine delle cose e dell’avventura umana.
Gli ebrei lo raccontavano così, con accenti di stravolgimento. Come sarà il Giorno del Signore? Come viene? C’è qualche segno che avvisi e faccia da campanello?
Spunta la parolina-chiave che offre luce per meditare: “Dopo quell’oppressione, vedrete...il sole che…la luna che…le stelle che…”. Dopo l’oppressione: il termine greco è ‘thlipsis’ che vuol dire pressione, schiacciamento, come quando qualcuno ti stringe e ti senti comprimere. Ecco perché quasi tutti traducono ‘thlipsis’ con tribolazione: non si sta poi così bene sotto lo schiacciamento…
VANGELO DELLA DOMENICA
32ª Domenica del Tempo Ordinario – anno B
11 Novembre 2012
Cristo seduto, che osserva
Stiamo per entrare nella grande storia, nel racconto della Passione. Poche battute ancore, una soprattutto sulla fine di tutte le cose, e saremo nel brivido degli ultimi giorni di Cristo. A cerniera questa pagina odierna: Cristo seduto che osserva il via vai della gente nel tempio e i loro gesti.
L’ultima lezione impartita e ascoltata era quella sul comandamento dei comandamenti, sulla cosa più importante: amare Dio e il prossimo “con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze…”. Poi Gesù e i suoi si erano recati al Tempio, lì dove non avrebbe dovuto essere difficile incontrare esempi viventi di questo comandamento, cuore della fede. Macché…
Marco apre una panoramica sul Tempio che fa venire i brividi: il luogo massimo dell’appuntamento di Dio con gli uomini e dei credenti fra loro si rivela un concentrato di menzogna e di ingiustizia, dove si calpestano proprio le due cose che a Dio più interessano, la verità e la giustizia. Un sistema marcio, tutto mosso dal denaro.
Padre Fabio è in italia per formazione alle Suore guanelliane.
Pubblichiamo quindi un contributo per l'omelia di oggi a firma di Padre Ermes Ronchi
31ª Domenica del Tempo Ordinario – anno B
4 Novembre 2012
Amare Dio per amare l'umanità
A merai Dio con tutto il tuo cuore. Amerai il prossimo tuo come te stesso. Che cosa c'è al centro della fede? Ciò che più di ogni cosa dona felicità all'uomo: amare. Non obbedire a regole né celebrare riti, ma semplicemente, meravigliosamente: amare.
30ª Domenica del Tempo Ordinario – anno B
28 Ottobre 2012
Finalmente uno che gli piace
A chi legge il Vangelo di Marco viene sicuramente agli occhi una realtà: trovare uno che piaccia a Gesù è un po’ difficile. C’è chi non capisce, chi è duro di cuore, chi è mosso dall’ambizione come i discepoli, chi insegue manie di grandezza…
Oggi finalmente la scena cambia e uno -finalmente- si sente dire: “Così va bene”! Càpita a un tale Bartimeo, cieco, mendicante marginale sul ciglio delle strade di Gerico. Non è un maestro della legge, non è un amico di Cristo, non fa parte del suo seguito, non è un pio israelita; anzi è cieco e questo non depone bene per lui, perché nel mondo antico in generale e nel mondo ebraico in specie, la vita di un cieco era miserabile. Con eccezione di una minoranza, che godeva di una posizione onorata come i profeti o i poeti, i ciechi erano in maggioranza condannati ad una vita di povertà e spesso abbandonati al proprio destino. Se è cieco, sarà per punizione…