Anzitutto la sua teologia, che risulta più largamente dai suoi scritti pastorali del periodo di Pianello: ci sono elementi ormai acquisiti, che diventano punti di fede, dominanti e fondamentali, anche nel gruppo di scritti raccolti in questo volume.
La paternità di Dio si pone anche qui alla base di tutto. Come il contemporaneo Harnack, che del resto gli era del tutto sconosciuto, don Guanella ritiene che l’essenza del cristianesimo sia costituita dalla rivelazione della paternità di Dio, e ne fa il caposaldo della sua fede e della sua azione, anche per una esperienza personale storica e mistica. Però non una paternità solo morale, come ritiene l’autore protestante, ma reale, che ci fa congiungere alla natura stessa di Dio e ci fa godere intimamente la figliolanza divina (mediante il Figlio, Gesù Cristo), dopo un itinerario di misericordia, chiamata, redenzione e salvezza totale da parte di Dio, e un itinerario di distacco dal peccato, di penitenza e ricerca di Dio, di grazia e salvezza totale da parte dell’uomo. Per i suoi religiosi ciò significa riconoscere la miseria fondamentale, in cui si trovano tutti gli uomini, ma anche il destino esaltante, al quale il Padre ci chiama con tutti gli altri fratelli, bisognosi come noi e bisognosi di noi, del nostro aiuto fraterno.
L’amore di Dio si rivela nel Figlio, nell’amore del suo cuore, per ogni uomo, debole, ammalato, povero, peccatore: diventa offerta concreta del tutto gratuita, fondata sulla sua misericordia divina infinita. Gesù Cristo, la Madonna, i santi costituiscono una famiglia beata, che diventa attiva presso il Padre per coinvolgere ogni uomo, specialmente il povero e l’abbandonato, quello per sé votato alla disperazione e alla rivolta. È un modello di famiglia quello che egli offre ai suoi religiosi.
Don Piero Pellegrini, guanelliano