14-dom-t-o-anno-bPADRE FABIO E' ASSENTE PER LA PREDICAZIONE DI UN CORSO DI ESERCIZI.

Pubblichiamo un'omelia di don Bruno Maggioni per la
14a Domenica del Tempo Ordinario

 

Meraviglia, voce del profeta

Anziché il termine «paese», Marco preferisce il termine «patria», parola più ricca di vocazioni affettive e più ampia di significato: l'episodio di Nazareth infatti non è circoscritto a un piccolo paese, ma prefigura il rifiuto dell'intero Israele (Mc 6,1,6). Gli ascoltatori di Gesù passano dallo stupore iniziale allo scandalo. Lo stupore è un atteggiamento di partenza, l'atteggiamento di chi resta colpito e quindi costretto ad interrogarsi, ma è un atteggiamento ancora neutrale che può sfociare sia nella fede sia nell'incredulità. La sapienza delle parole di Gesù e la potenza delle sue mani suscitano importanti interrogativi (che Marco intende porre a ogni lettore): qual è l'origine di questa sapienza e di questa potenza? Chi è quest'uomo? La risposta sembra ovvia: quest'uomo viene da Dio. Ma questa risposta ovvia è impedita da una constatazione che va in senso contrario: «Non è costui il carpentiere?». Di qui lo scandalo, parola che indica un ostacolo alla fede, qualcosa che impedisce ragionevolmente di credere. Ciò che impedisce ai nazaretani di credere è proprio la persona di Gesù, la sua concreta fisionomia, le sue umili origini, il suo modo umile di apparire fra noi. Comprendiamo la difficoltà degli abitanti di Nazareth: la presenza di Dio non dovrebbe essere più luminosa, più importante? Come è possibile che un inviato di Dio si presenti nelle vesti di un falegname? Come si vede, il rifiuto può trovare la sua ragione persino nel desiderio (apparente) di difendere la grandezza di Dio: così, appunto, gli abitanti di Nazareth. È invece il segno di una profonda incredulità, come l'evangelista annota: «E si meravigliava della loro incredulità». Per il Vangelo l'incredulità non è soltanto la negazione di Dio (non è questo il caso dei nazaretani), ma l'incapacità di riconoscere Dio nell'umiltà dell'uomo Gesù, il suo appello nella voce di un uomo che sembra essere troppo uomo. Dio è certamente grande, ma spetta a lui scegliere i modi di manifestare la sua grandezza! Di fronte al rifiuto dei nazaretani Gesù cita un proverbio, ampiamente confermato dall'intera storia biblica: il popolo di Dio ha sempre rifiutato i suoi profeti. Il rifiuto che Gesù incontra fa parte dunque del destino dei profeti, e tuttavia non è un fatto scontato, e Gesù se ne meraviglia. Capita sempre che i profeti siano rifiutati dal loro popolo, ma bisogna continuare a meravigliarsi: la meraviglia di scoprire una così grande incredulità in chi si pensa credente.