MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – ANNO B
1 GENNAIO 2012
Tutta la Scrittura non fa che sottolineare -alla radice- che l’uomo ha un problema: si è messo e continua a mettersi in cattive acque, da solo, più o meno volendolo.
E Dio se ne fa carico, per l’amore porta alla sua creatura.
Detta molto poveramente, questa è la storia della salvezza, la storia di cui facciamo parte come quelli che ‘hanno un problema’ e verso i quali si piega Dio, per amore.
Quale immane e terribile potenza uscirà dai disegni di Dio per risolvere il problema?
Un bambino. E col bambino una donna straordinariamente in penombra.
A grosso chiodo grosso martello, dice un proverbio italiano.
Eccolo il martello di Dio: un bambino e la sua mamma silente, che non cerca la scena; così l’Onnipotente risolve la faccenda triste di una nostra possibile perdizione.
Un bambino, che crescerà in “età, sapienza e grazia”, ma che appunto…crescerà!
Sua mamma, di cui è detto solo il nome e la condizione di promessa sposa.
La prima meditazione possibile per questa settimana è circa le nostre ‘armi’, sulle nostre soluzioni adottate. Come usciamo dai problemi? A chi ci appelliamo?
Dio risolve le sue guerre disarmato; perché qualunque amore usi le armi smette di essere amore.
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Vogliamo poi guardare alla Madre in questo inizio di anno civile, a lei che è l’inizio del nostro totale rifacimento e che le antiche Litanie invocano “causa nostre letitiae”, cioè inizio della nostra gioia, e “ianua coeli”, cioè soglia del Paradiso.
Tutto in Maria è annuncio, preludio, entrata, porta.
In lei è stato partorito il cominciare del mondo nuovo e chiunque vuole ‘iniziare’ la trova davanti, donna delle paure vinte, grazie alla fiducia.
Lei vive tutti i suoi giorni “all’ombra del Figlio”, ma non esiste al mondo un punto più luminoso di quell’ombra e davvero sarebbe l’impostazione di un nuovo inizio anche per i nostri giorni collocarci “all’ombra del Figlio”.
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“Maria custodiva tutte queste parole mettendole insieme nel suo cuore”.
Ecco come la Chiesa ci fa entrare nell’anno nuovo: con la Madre che cerca di comporre tutte le parole udite per farne un disegno che abbia senso. Già al momento dell’annunciazione, appena incassato il colpo della notizia sconvolgente, la sua prima attitudine è la ricerca di senso: dove mi porta tutto questo? Che significa? Come sarà?
Il mestiere di questa donna che i secoli diranno beata è la meditazione prolungata delle ‘parole udite’ e dei fatti vissuti. Artigiana della composizione, nostra Madre Maria ci ricorda che tutti i fatti costruiscono ‘la trama’ del nostro percorso e la trama è la vera grazia; anche se non tutto è grazia, perché alcune cose potrebbero perderci per sempre, la grazia è tutto e dà ragione anche dei non sensi.
Cominciamo così un nuovo anno, nel segno della Madre: come quelli che vogliono mettere ordine scrupolosamente, laddove altri accumulerebbero cosa su cosa, gioia su gioia, tragedia su tragedia. Senza cercare un filo. Il filo, questo conta.
E il filo è già dato alle parole che Maria porta dentro da quel giorno: “Gioisci, Maria”. Per questo viene Dio, al servizio della nostra gioia; mai con altra intenzione.
Una sola regola, precauzionale: “non temere”. Già perché se lasci comandare le tue paure sono loro a portarti e magari dove non volevi.
Custodire le parole cercandone il senso, questo ci fa sapienti contro ogni stoltezza e ci mette nella beatitudine.
Sarà facile fra tanti cercatori estrosi di emozioni e nella ridda dei superstiziosi che inseguono curiosità o pratiche deliranti farsi conquistare dalla normale, realistica stoffa di una donna che cerca di mettere insieme i pezzi sconnessi e scioccanti della sua vita?
padre Fabio, guanelliano