VANGELO DELLA DOMENICA
17ª Domenica del Tempo Ordinario – anno C
28 Luglio 2013
don Bruno Maggioni
Un Padre dal volto amorevole
E' l'esempio di Gesù che fa nascere nei discepoli il desiderio di pregare (11,1-13). Facendo scaturire la preghiera del discepolo dall'esempio di Gesù, Luca vuole ricordarci che la nostra preghiera deve assomigliare alla sua.
L'invocazione «Padre» ? priva di ogni altro aggettivo ? è tipica sulle labbra di Gesù: esprime la sua filiazione. Il discepolo deve pregare in unione a Cristo, in qualità di figlio. Sta in questo rapporto l'originalità cristiana.
Nella prima invocazione «Sia santificato il tuo nome» il verbo è al passivo: secondo l'uso ebraico ciò significa che il protagonista è Dio, non l'uomo. La preghiera è semplicemente un atteggiamento che fa spazio all'azione di Dio. L'espressione «santificare il nome» non significa un generico riconoscimento di Dio, né semplicemente una lode, bensì un permettere a Dio di svelare, nella storia di salvezza e nella vita della comunità, il suo volto. Il discepolo prega perché la comunità diventi un involucro trasparente che lascia trasparire la presenza di Dio.
Per capire l'espressione «venga il tuo Regno» bisogna rifarsi a tutta la predicazione di Gesù, incentrata appunto sull'annuncio del Regno. Il discepolo attende il Regno come un dono, e insieme chiede il coraggio di costruirlo.
«Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Il verbo («dacci») è all'imperativo presente e indica un'azione ripetuta, giorno per giorno, come è appunto sottolineato dalla precisazione che si tratta del pane quotidiano, sufficiente per un giorno. Da notare in questa domanda la sobrietà (il pane sufficiente) e la fraternità (il nostro pane, al plurale).
La quarta domanda chiede il perdono dei peccati. Ma il modo concreto di mostrare che il perdono di Dio l'abbiamo accolto è di perdonare a nostra volta ai fratelli.
«Non ci indurre in tentazione»: è interessante chiederci quali siano le tentazioni. Nell'uso di Luca la parola tentazione si applica a quelle di Gesù nel deserto (4,1-11) che sono il tipo delle tentazioni della comunità. E cioè: svolgere il proprio compito secondo la Parola di Dio (e quindi in una prospettiva di servizio e accettando la debolezza della Croce) oppure cercando sicurezza nella potenza degli uomini?
Luca però pensa anche alle tentazioni che la comunità credente incontrerà nel tempo della passione e della persecuzione, del dubbio e del turbamento. Gesù ha pregato perché i discepoli non abbiano a soccombere in tali situazioni. Infine, le tentazioni ordinarie delle prove quotidiane che, giorno dopo giorno, rischiano di indebolire la fede. Il discepolo chiede umilmente di essere aiutato. Non chiede di essere esente dalla tentazione, ma di essere aiutato a superarla.