VANGELO ELLA DOMENICA
13ª Domenica del Tempo Ordinario – anno C
30 Giugno 2013
Ma è un si o un no?
A chi leggesse anche solo superficialmente il Vangelo di oggi balzerebbe subito agli occhi una contraddizione: sembrano tre magnifici sì detti a Gesù; si tratta di tre no. Già da sé questa cosa vale una predica: quanti assensi sono in realtà dei dissensi; nella natura del sì vi è uno sbilanciamento che esprime totalità e se questa totalità è condizionata o trattenuta non si tratta più di un sì, ma di altro. Quante volte crediamo di aver detto sì e invece ci stiamo negando!
Specie di fronte a domande radicali e ‘tranchant’, come direbbero i francesi, lo spirito umano è tentato di pronunciarsi per una prima accettazione entusiastica e ingenua, salvo poi scendere a dettagliare le condizioni. Ma vi sono dei sì -come nel caso del Vangelo- che si dirigono soprattutto alla radicalità: smontata quella, non c’è più la domanda. In altre parole: non si tratta di andare dietro a un maestro, lo facevano già moltissimi al tempo di Cristo, maestri coi loro discepoli. Si tratta di andare dietro a un tipo di vita senza troppi ripari e nascondigli...
Tre falsi scoperti
Il primo si butta verso il Maestro, impeccabile. Ha capito chi è Gesù e vuole andare con lui: “nel luogo dove vai tu verrò anch’io”. Piccolo inconveniente: io un luogo non ce l’ho, risponde Gesù. Troppa gente cerca nidi e tane, dove rannicchiarsi e stare bene: protezione, calore, difesa, nutrizione, qualche coccola. Questa gente di solito, per stanarla, bisogna proporgli un cambio: allora vengono fuori tutte le difese di rifiuto e una serie di accuse che colpevolizzano il mondo, Dio e se stessi; tutti i pretesti per non lasciarsi stanare. Dire di sì è come nascere e non si può evitare il trauma del parto. Soprattutto dire di sì al Vangelo significa non avere zone proprie, spazi personali.
Un altro accetta chiedendo solo un istante per risolvere un problema. Che tra l’altro è di giustizia e di onore sensato, religioso: la sepoltura del padre. Andrà con Gesù ma prima deve aggiustare una faccenda; tipo e icona di tutti quelli che vogliono darsi ma devono prima risolvere una questione. Ma non si finisce mai di risolvere i problemi, perchè ognuno ne tira un altro; ci sarà sempre un padre da seppellire prima di pronunciare qualunque sì totale. O tu accetti di lasciare irrisolti certi problemi o lascia perdere. Lo so perchè devi andare a seppellire tuo padre: potresti rimanere fuori dall’asse ereditario... ma quando crescerai? Come farai ad annunciare il Regno se non sei disposto a perdere e rinunciare?
Il terzo è quasi commovente: anche lui ha da fare una cosa ‘prima’. Ragionevole. Vuole congedarsi dai suoi ed ha anche un precedente illustre nella storia di Israele: un giorno il profeta Elia aveva chiamato Eliseo a seguirlo e il giovane contadino gli aveva risposto “bacerò mio padre e mia madre e poi verrò con te”. Solo chi non conosce la cultura ebraica trova strana questa richiesta: nessuno poteva lasciare la casa paterna senza congedarsi, perchè chi parte chiede la licenza, quasi il permesso di allontanarsi, pena la rottura delle relazioni. Gesù lo smaschera in questa esigenza affettiva: tenersi in buon rapporto col passato, con chi si lascia. Cosa credi? Che andando a salutarli i tuoi supereranno la botta? Quelli che lasci saranno delusi, sempre. Non si può scegliere il Vangelo senza deludere nessuno; scegliere è deludere. Ma poi come farai a venirmi dietro se tieni l’occhio sempre a quello che hai perso? Ti sentirai un frustrato. Hai mai provato a prendere l’aratro e tracciare il solco guardando indietro? Beh, non viene fuori un bel tracciato...
Stanati. Il primo con le sue pretese di trovare un bel posto, il secondo col suo bagaglio di principi culturali e tradizionali, il terzo col culto della sua storia personale.
Il Vangelo è vita nuova, è risurrezione, è nascita. Non basta essere buoni; bisogna volere questa vita sconvolgente e ribaltante; non si può attaccare il Vangelo come un fiocco sulla vita di prima, una sorta di abbellimento...
Assenso
Brillantemente il grande cardinale John Henry Newmann che è stato uno dei più grandi prosatori inglesi, accennando alla relazione uomo-Dio parlava di un assenso umano all’invito di Dio che può essere di tre gradi diversi: assenso emotivo, assenso nozionale, assenso reale. L’uomo può dire un sì che è emotivo, di consonanza, una specie di coincidenza delle affinità; più profondo è l’assenso nozionale che implica una vera accettazione, una conformità; il livello più completo di assenso è quello reale che arriva all’assimilazione. Questo è il sì più bello perchè io assorbo la tua proposta, la faccio mia al punto da appropriarmene, rielabolarla, quasi arricchirla...
padre Fabio, guanelliano