VANGELO DELLA DOMENICA

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1ª Domenica del Tempo di Quaresima – anno C

17 Febbraio 2013

 

Inclusione

Si chiama cosí la tecnica letteraria che inserisce una narrazione all’interno di due temi che si ripetono, come se fossero le due parentesi che aprono e chiudono il tema: Gesú inaugura la sua predicazione con le tentazioni di Satana e tramonterá con Satana ancora sotto la Croce a sedurre e proporre alternative.
In pratica il vangelo vuol dire che la tentazione fu una costante dei tre anni di vita pubblica per Gesú, un tema fisso, una compagna fedele. É importante per noi sapere che l’essere mossi dallo Spirito e l’avere una missione da compiere non esime da questa morsa; chi sceglie di annunciare il vangelo sa che questa é una tassa fissa, quasi un distintivo di autenticitá: se la tua é vocazione e se viene da Dio, Satana non ti mollerá. E il campo su cui ti sfida é il tuo essere figlio: si trattano forse cosí i figli?

Liberi perché tentati

É di Sant’Agostino questa veritá che puó aiutarci a leggere il Vangelo di questa Quaresima che si apre: solo dopo essere tentato uno sa veramente come stanno le cose. La tentazione che sfibra all’estremo, offre almeno un regalo: la certezza di cosa siamo, quanto resistiamo, la veritá del nostro cuore, il nostro peso specifico. Insomma sotto sforzo ognuno dice quanto vale e di che pasta é fatto. Se é maturo o infantile, se é libero o schiavo.
Gesú é spinto all’estremo della fame e il fatto che appena finita la tentazione “ebbe fame” significa che funziona; sfinito sulla fame, dopo aver resistito, chiede cibo. Ma piú profondamente: Gesú spinto in condizioni di fame a cosa si aggrappa? Quale é il suo punto di appiglio e di tenuta? Ha un altro pane.
Gli si dice di “trasformare le pietre in pane”; se é figlio di Dio che gli costerá sfruttare la potenza di questa condizione a suo vantaggio? I figli di Dio possono trasformare tutto, anche le pietre, in qualcosa che sia a loro servizio. Sfruttare tutto a proprio vantaggio, una prospettiva interessante: per le amicizie, per il lavoro, per la vita di coppia, per il proprio ruolo nel mondo. Tutto a proprio vantaggio: la psicologia tipica del bambino viziato che ha bisogno che tutto esista per lui. Come si potrebbe vivere con uno cosí? Si sarebbe poco piú che oggetti...
Gli si dice “adorami e ti daró tutta questa potenza”. Satana si atteggia a Dio e ne prende il posto, in cambio prenditi pure tutto, tanto lui si prende te...e ti strappa dalle mani di Dio. E tu sei sicuramente pi´prezioso per lui di tutta la potenza immaginabile. Come quando uno viene e ti ruba le mele nell’orto; oppure ti saccheggia i quadri di casa; o anche accede al tuo conto in banca e lo azzera. Certo: é bravo. Ma se riesce a mettere le mani su tuo figlio e te lo mette contro, prendendo il tuo posto, allora é veramente scacco matto! Questa é la partita che interessa a Satana: strappare i figli al Padre. Con che arma? La provocazione “se sei veramente figlio”...come per dire “e tu saresti un figlio?”. E che un figlio lo si lascia nella fame? E che un figlio lo si lascia senza potere? Ma che figlio sei? Ma che Padre é?
Gli si dice: “buttati, ti raccoglierá”. Forzagli la mano a tuo Padre e guarda: ci viene a salvarti? Sei suo figlio no? Non potrá mica lasciarti morire senza intervenire. Falla questa cosa spettacolare e vedrai che risultati...Ne parleranno tutti i secoli! Dicono che é Onnipotente... Sará un giochino per lui. Ti accontenterá..
Insomma: o é un Padre o é uno stregone impotente e cattivo. Mettilo alla prova!               

Le strade dei figli di Dio

Su una cosa Satana ha ragione; é proprio il Figlio, Gesú: il figlio di Dio.
E un figlio di suo padre si fida e solo a lui si affilia, della sua parola é certo, non presta troppa attenzione alle altre, per brillanti che siano. Il suo pane ce l’ha, glielo procura la Provvidenza del Padre e ha scelto di nutrirsi di quello.
Altre strade lo Spirito non ne percorre: dedizione all’unico Signore e fiducia nella sua Parola. Chi sceglie altro non é piú con lo Spirito, non vive piú da figlio, ha chiesto ad altri di fargli da padre.
E noi a chi abbiamo chiesto che ci faccia da padre?
A quale pane chiediamo di saziare la nostra fame, quando staremo sotto pressione?

padre Fabio, guanelliano