VANGELO DELLA DOMENICA
5ª Domenica del Tempo Ordinario – anno C
10 Febbraio 2013
Cosa ti ha riempito le reti?
Tutto quello che Pietro deve imparare sta qui: come ti si sono riempite le reti, Simone detto Pietro? Glielo avranno pur chiesto i compagni della cordata notturna andata a vuoto: come é successo?
Non lo so: Gesú mi ha detto “Vai dove l’acqua é profonda e calate le reti per la pesca”. Non sono riuscito a obiettare nulla perché a me quella pareva una parola affidabile. Sono andato e la pesca é qui sotto i vostri occhi.
Una parola affidabile. Questo é quello che Gesú vuole metter nel cuore di Pietro e dei suoi, come un ritratto dello sforzo umano con o senza Cristo. La prima pesca e la seconda pesca: stesse reti, stesso mare, stessi pescatori; risultati abissalmente diversi. Cosa fa la differenza? La sua Parola affidabile e la fiducia su quella parola, l’obbedienza a quell’invito di per sé un po’ assurdo o inutile.
Infatti la risposta di Pietro é: “Sulla tua Parola”. Come a dire: se faccio le mie verifiche direi che sei fuori pista, Maestro, ma cosa sono le mie verifiche? Mi affido alla tua voce e alla sua promessa.
Imparare a dubitare delle proprie piccole o grandi certezze, disobbedendo all’istinto e alla routine, alle sicurezze sedimentate dall’esperienza.
Ma perché disobbedire all’esperienza e obbedire a una parola?
Semplicemente perché é successo ció che é successo; Pietro non é pazzo, né esaltato per Gesú, come spesso si dice. Tirando fuori argomenti che non tengono si dice che era un passionale, un tutto-io, un emotivo a tutto tondo e tante altre storielle che sono vicine ai vangeli come la terra alla luna.
Pietro ha visto, c’era, non glielo hanno raccontato; dovrebbe smentire l’evidenza dei propri occhi e rinnegarla. Quella pesca fuori dal comune gli ha fatto interiorizzare una consapevolezza: di questo puoi fidarti, Lui é uno che fa quello che dice.
Questo é il tipo di fede che ci sta davanti e ci provoca, con passaggi molto chiari: anzitutto la curiositá e il desiderio di Pietro, poi il presentimento del vero per cui avvertiva che in quell’uomo qualcosa diceva veritá e alla fine l’obbedienza. Altro che irragionevole; irragionevole sarebbe stato non aderire, come negare la luce del sole mentre ti sta abbagliando gli occhi.
Allontanati da me che sono peccatore
Quella Parola affidabile realizza due miracoli: l’obbedienza di Pietro e la sua presa di coscienza. Prima va con la barca in mare aperto fidandosi e capisce chi é Gesú, poi torna a riva con la pesca e realizza chi é lui stesso, un peccatore. Questo fa il Vangelo: mi dice di Lui e mi dice di me stesso, come una doppia rivelazione.
Pietro avverte il disagio di stare accanto a Cristo, perché é difficile stare accanto a Uno che sa chi sei. A pesca finita Pietro sente che Gesú lo chiama a seguirlo e sente di non poter accettare, perché nell’anima -in fondo, in fondo- ognuno di noi cova il sogno latente di essere sempre alla pari col proprio partner e Pietro ha un problema reale: io alla pari con Lui? Ma quando mai...
Come risponde il Signore a questo che é uno dei primi ‘atti pentinenziali’ del cristianesimo? “Bravo Pietro, é per questo che ti voglio con me, perché sei peccatore”. Chissá quando arriveremo a capire questa chiave del Vangelo: Gesú non ci chiama perché non sa chi siamo o perché siamo adatti.
Nella vita cristiana o partiamo dalla potenza di Cristo o non partiamo, e Pietro sta sulla pedana giusta: non é degno. Questa é la storia della Chiesa, la storia degli indegni amati da Cristo. In quella che é l’opera di Dio non sei obbligato a portare qualcosa come quando si va in visita dagli amici e non si vuole entrare a mani vuote, per essere alla pari dell’invitante.
Non i nostri progetti, ma la sua opera
Bisognerá, per questo, che ci lasciamo prendere poveri come siamo.
Da dove nascerá il nostro coraggio? La gratuitá del bene che faremo? La coerenza di gesti e parole? L’obbedienza come fondo permanente della vita? Nascerá dall’esperienza di uno sguardo totalmente gratuito.
Pietro puó essere chiamato a partire dal momento in cui dice di essere un peccatore: “cercavo proprio questi” dirá un giorno il Maestro. Per chi credete che sia venuto? Mica sono un medico pazzo che si mette a curare i sani...
Partire dalla potenza di Cristo, non dalle nostre qualitá. Non le ignorerá il Signore le nostre qualitá, ma dovrá purificarle perché siano finestre vere sul Regno di Dio.
Mi viene un po’ da ridere quando sento in giro che qualcuno parla di ‘requisiti vocazionali’: Pietro sarebbe stato scartato, senza dubbio. E Paolo, e mille altri. E io. E magari anche chi cerca i requisiti...
Saggezza del Salmo 130 che -sfortunatamente- é noto come Salmo per i defunti, mentre dovrebbe essere la prima preghiera del mattino, il cosiddetto ‘De profundis’: “se consideri le colpe Signore, Signore chi potrá sussistere?”
Se vai per il sottile, Signore, non se ne salva uno...uomini in fondo a un pozzo siamo e Pietro lo sa: solo un miracolo puó tirarci fuori. Oggi ce lo racconterebbe che il vero miracolo non fu la pesca, ma il dopo, la sua chiamata a cose da vertigini...
Tutto é successo inseguendo un presentimento di veritá. La chiave della porta per entrare nella vita cristiana é questo fondale misto di curiositá e desiderio nel quale si apre la sensazione che Gesú non inganni.
Accenderemo questo ‘presentimento del vero’ nel cuore di chi ascolta oggi il Vangelo?
padre Fabio, guanelliano