27 Settembre di 100 anni fa
LA GRANDE PARALISI
L’inizio della fine
Cento anni fa, come oggi, era il Lunedì 27 Settembre 1915, don Guanella finiva la sua corsa e si avviava all’ultimo giorno.
In Agosto aveva riposato per un paio di settimane nell’amata Val Calanca, tra i monti del Canton Grigioni, in Svizzera; poi aveva ripreso coi soliti ritmi, preoccupato per alcune situazioni da chiarire, come i problemi dell’Istituto San Gaetano a Milano.
Il 1 Settembre era già a Roma per una visita breve alle opere della capitale e di Ferentino, dove predicò un triduo e ricevette i voti di due confratelli che professavano in perpetuo.
Martedì 14 Settembre fu la sua ultima volta davanti al Papa.
Poi riprese la via di casa, lungo l’Adriatica.
Sabato 18 Settembre fu per l’ultima volta a Gatteo e vi si fermò per tre giorni, poi volle visitare la casa di Fratta e il Mercoledì 23 passava di nuovo da Milano. Arrivato in serata a Como, doveva salire a Lora per tenere un incontro alle Suore e preferí fermarsi da loro per riposare qualche giorno.
Unico impegno la Domenica mattina, 26 Settembre: un viaggio a Stimianico col pittore Giacomo Mantegazza che stava restaurando il tempietto della Villa che era stata donata a don Luigi. Si voleva dedicarlo alla Madonna della Pace -per la Guerra che infuriava- e bisognava determinare bene soprattutto la pala d’altare raffigurante Maria con l’olivo della pace.
Il Lunedì mattina una breve conferenza alle Suore degli Asili radunate a Lora e poi ritorno in Casa Madre, al suo Santuario del Sacro Cuore. Il suo programma prevedeva un pranzo veloce, da solo, prima dell’ora solita, per poter prendere il battello di mezzogiorno che l’avrebbe portato a visitare le Case del Lago e della Valtellina. Ma tornò il prof. Mantegazza e don Guanella decise di invitarlo a pranzo, rimandando al pomeriggio la sua partenza, col battello successivo.
Durante il pranzo iniziarono le stranezze.
Non mangiava, era come bloccato e assorto.
A Suor Marcellina che tentava di capire cosa capitasse disse di sentirsi stanco e di non avere appetito. Fece per alzarsi e dirigersi verso la sua stanza e fu chiaro cosa stesse succedendo.
Danno cerebrale con conseguente deficit motorio.
Fu portato a letto e non ne sarebbe più venuto fuori.
Iniziava la sua vigilia.
Era il 27 Settembre 1915, nel cinquantesimo anno della sua Ordinazione Sacerdotale: quella mattina aveva celebrato la sua ultima Messa. La cena successiva sarebbe avvenuta in un’altra Casa, non più nella fede. Nella visione.
Ora si apriva la salita più ripida, verso la perdita di sè.
Non avrebbe più visitato nessuno, ma la sua stanzetta sarebbe diventata per quattro settimane un punto d’incontro: a pregiudizi caduti tutto era sotto gli occhi di tutti e lui, il padre, fatto simile ai suoi figli, in un letto, bloccato, limitato, impedito.
I flutti e le onde stavano per abbattersi; avrebbero trovato un uomo solido, con gli agganci in cielo.
padre Fabio Pallotta, guanelliano