DON GUANELLA E LA MADONNA, di padre Fabio Pallotta
L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Da non confondere con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria.
La Chiesa cattolica celebra la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria l'8 dicembre.
Nella devozione cattolica l'Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Bac a Parigi (1830).
Don Guanella e l’Immacolata
Per una riflessione sulla devozione mariana di don Guanella bisognerebbe partire dal bambino nel giorno della sua prima Comunione, presso il Motto del Vento a Gualdera.
Poi senza dubbio fare riferimento all’immagine della Madonna che sovrasta la porta d’ingresso della Casa Natale, a Fraciscio; la dipinse lui, da chierico negli anni in cui si definiva “pittore di buona scopa”.
Nello sviluppo del bambino prima e del ragazzo poi c’è il Santuario di Gallivaggio col tema della Misericordia che sicuramente lavorò sentimenti e progetti del suo animo.
Da scrittore, divenuto sacerdote, si trovò più volte a cantare le lodi di Maria: Il mese dei fiori, Un saluto all’Immacolata di Lourdes, O Padre! O Madre!... e mille altre pagine in cui si dedica alla venerazione affettuosa della più bella delle creature.
Era ragazzo quando il Papa Pio IX definì il dogma dell’Immacolata Concezione e si iniziarono a propagare le notizie circa le apparizioni di Lourdes.
Quanto all’Immacolata ci sono vicende curiose e belle nella biografia di don Luigi che narrano l’origine del suo libro scritto sulla devozione alla Madonna di Lourdes. Riguardano l’anno della Fondazione della Casa Madre di Como, il 1886.
Don Guanella a fine Febbraio da Pianello va a Como alla ricerca di una casa dove aprire la sua fondazione; giorni freddissimi quell’anno gli ultimi di Febbraio.
Si trova a camminare per vie fangose, innevate, con ghiaccio; torna a Pianello che sente i brividi dell’influenza. Per i primi di Marzo aveva in agenda un triduo di Quarant’ore ad Ardenno e deve andarci, ancora febbricitante; termina che è uno straccio, con la solita tonsillite, nata negli anni di Savogno, che poi non lo avrebbe lasciato mai più per tutta la vita.
La sera del 9 Marzo, tornato da Ardenno fu chiamato al capezzale di un’ammalata nella frazione Saliana, di Pianello. Il 10 Marzo era Mercoledì delle Ceneri e dovette celebrare; ma il giorno dopo iniziò a fare il malato un po’ sul serio, a letto, senza alzarsi per oltre dieci giorni, neppure per la Messa. Tra l’altro vi era il rischio della difterite che in quel momento affliggeva quelle zone. Possiamo leggere il suo racconto, direttamente:
“Io ritornava infranto da un ministero di predicazione e mi posi a giacere, e il medico pronunciò che il grave malore tonsillare che mi opprimeva non era senza miscuglio di difterite. Incominciava la novena della Vergine Annunziata.
Io che intesi già nel decorso della vita di affidarmi a Maria come figlio alla madre, in questo momento provai certa fiducia senza confine per cui la Vergine avrebbe guarito me, né permesso che ammalasse nessuno di quelli che mi circondavano. Sì ferma fede mi aveva confermata in cuore la lettura di quell'incomparabile libro di Enrico Lasserre ‘Storia di nostra Signora di Lourdes’.
Essendo nello stadio più grave del male, non poteva proferir sillaba, ma altri recitarono per me tre Ave ed io assunsi in tre serate poche gocce dell'acqua di Lourdes... Ora verso al termine di questo semplice triduo io mi trovai sì bene da poter poi in breve riprendere le occupazioni solite”
LUIGI GUANELLA, Un saluto all’Immacolata di Lourdes
Dopo questa sua febbre memorabile, nel mese di Luglio, a Como si ammalarono anche due orfanelle di dieci anni e Suor Chiara Bosatta fece fare una novena alla Madonna di Lourdes, usando anche l’acqua di Lourdes, e le bambine si ripresero. Allora suor Chiara scrive a don Guanella, il 19 Luglio 1886:
“Io ho una promessa da soddisfare colla Madonna di Lourdes…
Feci con le piccine una novena alla Madonna di Lourdes promettendole che, se ci avesse accordato la grazia di guarirle, l’avrei fatta pubblicare negli annali delle sue grazie. La grazia ce l’ha proprio accordata (…) e io non so come fare per soddisfare alla mia promessa. La prego, faccia Ella per me”
Don Guanella rispose scrivendo addirittura un libretto -“Un saluto alla Immacolata di Lourdes”- per soddisfare a quella promessa e anche per gratitudine sua propria. Seguendo il noto testo di Enrico Lasserre prima citato sulla Storia di Nostra Signora di Lourdes che era appena stato tradotto anche in italiano da una casa editrice modenese, don Luigi pubblicò il suo riassunto di quell’opera, divisa in trenta giorni per costituire quasi un mese mariano.
Immagina un ipotetico pellegrino che, non riuscendo ad andare a Lourdes, possa percorrere quasi un pellegrinaggio spirituale, a distanza.
Lui, don Luigi, riuscirà poi ad andare a Lourdes a fine estate 1903; partì Martedì 25 Agosto e tornò a Como il Venerdì 4 Settembre, insieme con Maddalena Albini Crosta, alla quale qualche anno più tardi, nel 1958, ricorrendo i primi 50 anni delle Apparizioni, chiese di scriverne viva memoria sul Bollettino della Casa Madre, ‘La Divina Provvidenza’, essendone lei la direttrice.
Nell’archivio di Como si custodisce ancora un quadernetto sul quale don Guanella annotò ricordi di quel memorabile pellegrinaggio; chissà se sarà mai pubblicato!
Di quel famoso libretto all’Immacolata sottolineerei soprattutto il taglio esistenziale con cui don Luigi si offre al lettore: sì, beata e grande la Vergine Maria, ma ognuno è interpellato nel suo cammino. Brava lei, la Madre del Signore, ma siamo tutti in fila, dietro di lei, per tentare la stessa traversata con lo stesso segreto: la fede. Dalla santità di Maria al possibile percorso di ogni uomo.
Uno scritto saporoso, impastato di allusioni alla sua vita personale, attento alle sfide del suo tempo, alle preoccupazioni di quel frammento di Chiesa. Lo stile, il solito: pulito, essenziale, didattico. Oggi si direbbe: pastorale.
I titoli mariani che don Luigi più amò furono: Madre della Divina Provvidenza e Madonna del Lavoro anche se un anno prima di morire, nel 1914, volle far costruire, a guerra appena scoppiata, anche un tempietto alla Madonna della Pace in Stimianico di Cernobbio, per scongiurare il male della guerra.
Emozioni fortissime provò nella visita a Nazareth e Betlemme nell’autunno 1902; così come amò molto i Santuari mariani che visitò più volte: Pompei, Loreto, Lourdes, Treviri, tra quelli grandi, ma anche Varallo, Tirano, Rho, Caravaggio, Bra, Saronno, Valdocco, tra quelli minori e Dongo, Lezzeno, Locarno tra quelli locali…
Quando aveva costruito la Chiesa della Casa Madre femminile di Lora pensava anche lui ad un vero e proprio Santuario e suo desiderio era lanciare da lì la devozione alla Madonna della Provvidenza, da quell'angolo di paradiso che guarda al lago di COMO. Le cose poi presero un’altra piega.
Potranno e sapranno i Guanelliani e le Guanelliane di oggi realizzare un sogno di ieri del loro Fondatore, sulla splendida collina di Lora?
padre Fabio, guanelliano
E ORA FATTI UN REGALO DA SOLO!
Ascoltati un pezzo da brivido: il Magnificat,
scritto da Marco Frisina e cantato da Mina