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Ogni volta che ho tra mano le memorie autobiografiche di don Guanella, almeno nelle tre raccolte che possediamo, mi convinco sempre più che in quell’ultima stagione della sua vita, decidendosi a raccontare e dettare lo svolgimento del suo percorso così come lo aveva percepito lui, don Luigi sta davvero fondando la sua opera. Si tratta di un chiaro momento fondazionale, come quando aprì la Casa Madre o quando stese le prime Regole. Lo esprime già nella nota previa ‘al lettore’: “Con questo nome Le vie della Prodvvidenza chi scrive ha inteso porgere a sé, alle persone care che lo circondano e insieme ai buoni credenti, notizie e considerazioni sopra le opere che passano sotto il nome di Casa della Divina Provvidenza e che la Provvidenza in breve estese nella Italia, nella vicina Svizzera e nei lontani Stati Uniti d’America”. Il titolo del manoscritto, LE VIE, e il suo contenuto, che è presentato usando permanentemente la metafora del viaggio, disegnano il Fondatore come un ‘pellegrino’ e la sua opera come una creatura in crescita. In diversi punti e con sfumature varie affiora la percezione di sè e la sua visione dell’esistenza umana come un pellegrinaggio in cui “l’uomo si agita e Dio lo conduce”. Oggi, ricordando l’anniversario della giornata più bella della sua vita, vogliamo cogliere alcuni fotogrammi di questo cammino.