Quel genio di Hermann Hesse, Nobel per la Letteratura 1946, arrivò a scrivere all’autore di questo testo:“è indubbiamente quanto di più bello io abbia letto. La ringrazio di cuore per questo dono così prezioso e inesauribile. Lascerò che mi parli ancora molto spesso”.
Cinquanta paginette e poco più, per ricordarci che diventare un essere umano è un’arte.
Tutto parte dalla domanda delle domande: “Dove sei?”.
Senza la risposta a questa non si va da nessuna parte, non si raddrizza nulla, non si migliora, non si peggiora, non si capisce niente. Il vagare. Che è la condizione di molte esistenze.
Dopo essersi ubicati, cinque mosse suggerite:
- ritorno a se stessi
- scelta di un cammino particolare
- la risolutezza
- cominciare da sè
- non preoccuparsi di sè
Un segreto, la perla finale: “là dove ci si trova”.
Ho imparato quattro cosucce che ritengo pietre di fondamento del mio edificio:
- se vuoi camminare da uomo, parti da una domanda
- a quella domanda Adamo si nascose perchè rispondere è faticoso, chiede di assumere responsabilità; tu che farai?
- solo se ritorni a te stesso potrai scegliere e scegli se dici no dopo aver detto si
- il tuo cammino è solo tuo; altri hanno il loro. Se tu non lo intuisci resterà inesplorato
- non fuggire e non ondeggiare: dove sei c’è tutto ed è il meglio
Scusate se è poco. Grande Buber!
Quasi un manuale di pedagogía, per educare le future generazioni.